2012...
Gentile Gianfranco Manfredi,
La sua visita al nostro
paese due anni fa ci aveva reso molto felice. Prima di tutto vorrei
ringraziarLa per la sua visita. Avere l’occasione di conoscere il creatore e lo
scrittore degli eroi quali leggiamo con grande piacere, prendere l’autografo e
poter parlare con Lei ha reso tantissimi lettori molto felice. Spero che
possiamo rifare questo incontro e che ci riuniamo anche in convegni piu grandi.
E voglio ringraziarLa
tanto di aver accettato la mia richiesta di questo intervista. Come sa, Magico
Vento viene stampato in Turchia e viene letto da un vasto pupplico. Ecco qui
sotto saranno le mie domande:
Vorremmo sentire la
genesi di Magico Vento proprio da Lei. Da dov’è nata l’ispirazione? Quali
messaggi intendeva di trasmettere creando Magico Vento? Oppure è nata solo come
idea e ha trovato il suo messaggio col tempo?
Il cosiddetto spaghetti/western italiano degli
anni 60/70 non aveva prestato alcuna attenzione agli indiani d'America, dunque
mi piaceva l'idea di un protagonista bianco che vivesse tra i nativi americani
e non come un membro qualsiasi della tribù, ma come sciamano/guerriero. Mi sembrava
anche necessario dare una nuova interpretazione del genere "western"
mescolandolo all'horror. Non allo splatter, ma a quel cinema visionario,
popolato di incubi e di deliri, che era stato il nuovo genere cinematografico
fiorito tra gli anni 70 e gli 80, molto citato dal Dylan Dog di Sclavi, ma che
non era stato quasi mai applicato a scenari western (se non con l'ormai lontano
El Topo di Jodo e, in fumetto, con il personaggio di Jonah Hex, che però era
altrettanto invecchiato). Questa è stata la mia ispirazione iniziale. Mentre
stavo scrivendo i primi episodi, uscì nei cinema "Dead Man" di
Jarmusch con Johnny Depp, film oltretutto in B/N (come i fumetti bonelliani).
Il personaggio aveva molti punti di contatto con Ned e questo mi incoraggiò
molto: voleva dire che il mio tentativo di western visionario non era isolato.
Soltanto in un secondo tempo, MV è diventato, anche e soprattutto, un lungo
racconto di Storia Americana. Più studiavo l'epoca e il paese e più trovavo
episodi appassionanti da raccontare o a cui ispirarmi.
Come ci definirebbe
Poe? Poe ha parecchi esperienze sulla degenerazione dei mass media e della vita
nella metropoli. Quali pensieri e intenzioni aveva mettendo Poe sulla
storia?
La letteratura americana
delle origini è stata segnata da due autori: Fenimore Cooper (l'autore de:
L'ultimo dei mohicani) e Edgar Allan Poe . Mi piaceva l'idea di unire queste
due figure molto diverse, quasi opposte, facendo incontrare Ned e Poe (il sosia
di Edgar). Ma poi, essendo il mio Poe un giornalista politico, la cosa è andata
oltre: Ned è un visionario, Poe è un uomo molto realista che degli incubi tende
ad aver paura essendo stato in passato un alcolizzato, e preferisce occuparsi
dei risvolti politici e sociali degli avvenimenti. Questo mi consentiva di
raccontare due punti di vista diversi sulle stesse cose: uno simbolico ed
emotivo (Ned), un altro logico e razionale (Poe).
Il rapporto degli
Indiani con la natura e lo degenere sviluppo delle civiltà sono messi in
contrapposizione. Mi sembra come un’apello rousseauiano per il ritorno alla
natura. E’ cosi?
Senz'altro. Io mi sono
laureato in Storia della Filosofia con una tesi su Rousseau.
Fondere il western, lo sciamanesimo, la magia e mettere insieme questi elementi
in una linea realistica e offrirli al pubblico in modo credibile dovrebbe
essere difficile. Ha fatto certe ricerche sulla mitologia indiana? Quali
informazioni/saperi ha utilizzato? Ci ha inserito Lei altre cose, altri
elementi?
Mi
sono basato sui testi che sono alla radice di quasi tutto quello che sappiamo
sulla religione dei Lakota e cioè gli studi di James R. Walker, scritti tra il
1896 e il 1914 e che raccolgono testimonianze di sciamani lakota. Oltre a
questi, molti altri studi più recenti sulla mitologia degli indiani d'America,
finché non mi sono reso conto che potevo consentirmi anche delle libertà, in
quanto la mitologia non dev'essere concepita come un "sistema chiuso"
(che è tipico delle Religioni Organizzate), ma come un pensiero immaginativo e
simbolico in perenne evoluzione e trasformazione persino all'interno delle
singole tribù.
In un numero di Magico
Vento aveva fatto menzione anche Lei:
Riferimenti alla Massoneria tramite La Volta Nera. Ci sono veramente
riferimenti o no?
I simboli della
massoneria sono effigiati sulle banconote dei dollari americani. L'influenza
delle società più o meno segrete è un dato storico innegabile nella Politica
Americana e nelle biografie di moltissimi Presidenti USA. E nelle città di
frontiera del west selvaggio, il primo edificio pubblico che si costruiva ,
oltre al saloon , era quello del Circolo Massonico. Scuole, chiese e uffici
dello Sceriffo sono venuti dopo.
In tutto il testo si fa
notare il discorso contro il capitalismo, contro la mercificazione. Gli uomini
d’affari, i politici, i giornali, i proprietari terrieri, atti di immoralità
per l’avidità di guadagno…. Ho letto io il testo in modo giusto, c’erano questi
mesaggi nella storia? E se sì, crede che
il lettore abbia ricevuto il messaggio?
Il messaggio era così
chiaro che è arrivato. Ed è stato sicuramente condiviso dai lettori.
Nella maggior parte delle vostre storie ho
visto la lotta per i diritti delle donne, dei bambini e degli anziani; una
discriminazione positiva; uno sforzo di far sentire le loro voce. Forse si può
dire che Magico Vento è il carattere che piu di tutti sottolinea questo aspetto
della società che in genere viene ignorato. Ci potrebbe spiegare un po’ di piu
questo accetto, dandoci esempi?
L'esempio migliore può
essere Shane, il film del 1953 di George Stevens. Lì è chiarissimo che la
figura del pistolero solitario è l'erede dell'antico cavaliere che difende le
donne, i poveri, e le vittime delle ingiustizie che non possono difendersi da
soli perché non hanno armi. Anche I Magnifici Sette difendono,come i Sette
Samurai, un villaggio di contadini dai banditi che li sfruttano. E anche gli ex
fuorilegge del Mucchio Selvaggio alla fine si sacrificano andando allo scontro
suicida contro i militari del regime messicano. Da sempre, nel western, e anche
in Tex, il protagonista difende il popolo. L'unica giustificazione all'essere
un bravo pistolero e ad ammazzare , sta nel fatto che la tua pistola spara per
difendere il popolo, MAI contro il popolo. Questa è una cosa molto diversa dal
farsi giustizia da soli o dal seminare stragi tra la folla, come accade spesso
oggi in America (e non solo). Oggi le armi sono diventate un business , conta soltanto
venderle, e all'industria mondiale delle armi non importa niente contro chi si
spara, basta che si spari. Nel vecchio west, le pistole le portavano in pochi.
C'era un'etica del pistolero che oggi si è completamente corrotta.
Anche la prostituzione
e l’oppressione sessuale e sociale delle donne è presente in tante forme.
L’immolazione di donne, vendere donne in cambio d’alcool, rapinare e torturare
donne, l’intenzione di esporre il valore delle donne tramite le dee,
l’omosessualita femminile, la donna con il naso tagliato, lo spirito della
donna che si ribella agli uomini…. Da dove viene il pensiero emancipativo nel
campo della sessualità femminile negli suoi racconti? Viene direttamente dagli
indiani oppure ha sottolineato lei quest’aspetto, fondendolo con certi elementi
che ha preso dagli indiani?
Nel secolo XIX le donne
sono state le prime protagoniste del cambiamento sociale e culturale: si
emancipavano dal ruolo di madri, mogli, schiave domestiche e puttane.
Chiedevano (e ottenevano) di votare, di essere protagoniste della loro vita
attraverso il lavoro, reclamavano la libera scelta di chi sposare o non
sposare, e assumevano anche ruoli di
potere. Nei miei fumetti racconto spesso la fine Ottocento, cioè il periodo in
cui al potere nel Regno Unito c'era la Regina Vittoria, in Cina l'Imperatrice
Vedova Suxi, e in Etiopia Taitù, la moglie dell'Imperatore Menelik II. In quel
secolo le donne avevano raggiunto, dopo molte lotte, ruoli di potere di enorme
rilievo (e non dico che lo abbiano poi esercitato bene, ma certo non peggio
degli uomini). Chi non capisce il ruolo determinante delle donne nel mondo
moderno, semplicemente non capisce il mondo moderno, e verrà spazzato via dalla
Storia.
Il potere, le
ambizioni, la magia, i spiriti e l’amore…. Shakespeare e Magico Vento… In tanti
numeri di Magico Vento si vede la presenza del grande maestro. A volte vediamo
un spettacolo teatrale, o un carattere legge un suo libro o si riferisce a
Shakespeare. Ci vorrebbe un pò spiegare con esempi il motivo di quelli
riferimenti?
Shakespeare era l'autore
teatrale più noto e più rappresentato nel West. Dunque non l'ho citato per
caso. Del resto era stato molto citato anche in Ken Parker di Berardi.
Ci siamo abituati che
nel fumetto italiano gli eroi non uccidono quasi mai i suoi nemici o anche se i
nemici spariscono, appariscono e sempre mettono alle strette gli eroi. Però
Magico Vento ha ucciso tutti i suoi nemici, cioè gli uomini cattivi (eccetto
Aiwass e Hogan). Come mai? Aveva fin dall’inizio l’intenzione di finire la
serie con il numero 132., oppure deriva questa scelta piu’ da una questione di
stile?
Io sono del parere che
l'eroe debba aver di fronte dei Nemici alla sua altezza, dunque molto spietati,
molto furbi, molto potenti, non dei piccoli delinquenti. Il Cattivo per me,
deve essere Grande, un vero Genio del Male. Un cattivo di questo genere, può
essere molto duro da sconfiggere, ma alla fine DEVE morire. Io sono contrario
alla Pena di Morte comminata dallo Stato, anche perché si condannano a morte i
poveracci e invece per eliminare un potente ci vuole prima una rivoluzione (e
in genere sanguinosa). Nella rivoluzione c'è un eroismo collettivo, ma anche
nel duello uno contro uno, c'è qualcosa di nobile. Soprattutto se il Buono
agisce non soltanto per vendetta personale, ma perché il Cattivo contro cui si
batte, incarna l' ingiustizia sociale, la sopraffazione degli altri, il potere
della prepotenza. Questo, lo so, avviene soltanto in cinema, nel fumetto e in
letteratura. Ma diventa popolare proprio perché tutti sogniamo che ogni tanto
arrivi qualcuno a ristabilire la giustizia, per poi andarsene e sparire, senza
nemmeno chiedere onori o riconoscimenti. Dopodiché, siccome questo nella vita
reale non accade MAI , è molto meglio se è l'intera società a unirsi e a
reagire alle ingiustizie, e per farlo deve rendersi forte e autonoma dal
Potere, a tal punto, da non aver neanche bisogno di ricorrere alle armi. Ma
anche questo, troppo spesso, nella Storia umana, si rivela come un sogno,
altrettanto irreale degli eroi solitari della "fiction". Entrambi i
sogni manifestano un bisogno e un desiderio universali: che il mondo di domani
sia migliore di quello di ieri. Senza questi sogni, e senza battaglie e
sacrifici per realizzarli, la Storia Umana e persino la nostra piccola storia
di singoli individui, perde senso.
Sembra che nelle
storie il filo della narrazione veniva a volte interrotto. Pare che con i
scrittori ospiti cambiavano anche le storie e il carattere di Magico Vento, e
diventava un pò banale, quasi superficiale. Come potrebbe spiegare il motivo di
questo cambiamento? Era perchè Lei non scriveva oppure era una scelta
editoriale?
Non ho potuto scrivere
tutti gli episodi, per motivi di tempo o perché a volte avevo altri impegni
(con il cinema o con la letteratura) ma sono stati pochisismi (solo cinque o
sei) gli episodi di MV scritti da altri. Mi sarebbe piaciuto poter collaborare
con altri sceneggiatori , ma Sergio Bonelli (credo giustamente) pensava che MV
fosse una serie d'autore e che dunque soltanto l'autore originale potesse e
dovesse portarla avanti.
Come era l’interesse
del lettore italiano, come erano le vendite, il tasso di lettura? Perchè è
finito Magico Vento von il numero 132? Come hanno reagito i lettori? Per
esempio il nostro lettore ha già cominciato di portare il lutto!
MV è partito forte ed è
rimasto per molti anni su alti livelli di vendite. Poi da un lato facevamo
fatica a trovare nuovi disegnatori western (anche perché questi preferivano
lavorare su Tex dove venivano e vengono pagati
di più) e dall'altro, anch'io avevo voglia di raccontare un altro genere di
storie e di personaggi. Il punto di svolta è stato quando ho chiesto a Bonelli
di poter uscire ogni due mesi invece che tutti i mesi, in modo da aver più
tempo da dedicare ad altri progetti. Lui mi avvertì che così i lettori ci
sarebbero rimasti male. Ebbe ragione lui, perché anche se nella nuova edizione
dopo il n.100 le storie avevano più pagine, nel passaggio dalla formula mensile
a quella bimestrale, perdemmo cinquemila lettori che non recuperammo più. Quei
cinquemila lettori facevano molta differenza: da una serie in bilancio positivo
si passava a una serie in pareggio di bilancio. Nel frattempo la mia nuova
serie, Volto Nascosto, era uscita e vendeva di più di MV, quasi il doppio. Così
alla fine mi toccò scegliere: non ce la facevo a continuare a scrivere MV e
insieme altri fumetti : era stato già difficilissimo scrivere un'intera serie
praticamente da solo, figurarsi scriverne due. Sì, i lettori di MV sono in
lutto anche in Italia. Ma spesso questo accade proprio quando un fumetto , dopo
anni e anni, si conclude. A quel punto scatta la Nostalgia. Però c'è da
chiedersi: cosa sarebbe successo se fossi andato avanti con MV? Siamo sicuri
che i lettori non si sarebbero annoiati? Siamo sicuri che non ne avremmo perso
altre migliaia? Siamo sicuri che i lettori superstiti non avrebbero cominciato
a dire: MV era più bello prima? Credo sia stato meglio concluderlo finché era
ancora un bel fumetto. E siccome è stato davvero un bel fumetto, anche se si è
concluso, ogni anno ricomincia con qualche edizione estera. Quest'anno, per
esempio, ha cominciato a uscire in Finlandia. Mai mi sarei aspettato di avere
dei lettori finlandesi per un fumetto western scritto in Italia. Chissà...
forse presto a MV potrebbe capitare d'avere persino lettori americani.
Milazzo, Frisenda,
Parlov, Ortiz, Talami, Barbati, Mastantuono e tutti gli altri. Dovrebbe essere
difficile di differenziare, sono tutti grandi, però secondo Lei chi è stato il
piu’ successivo di interpretare e disegnare Mafico Vento?
Non voglio far
classifiche tra i disegnatori perché quasi tutti si sono espressi al massimo,
con MV. Però tra tutti, l'ho detto più volte, quello che secondo me ha saputo
disegnare meglio il personaggio è stato Parlov e quello che ha saputo disegnare
meglio il mix tra western e atmosfere "gotiche" è stato Frisenda.
Avevo detto infatti a Sergio Bonelli: quando Parlov e Frisenda non disegneranno
più MV, io chiuderò la serie. Deve aver pensato a una battuta. Poi , per motivi
diversi, sia Parlov che Frisenda hanno abbandonato la serie. E questo, insieme
alle ragioni che ho spiegato prima, mi ha spinto a tenere fede alla parola
data, anche se nel frattempo erano spuntati altri disegnatori di notevole
valore, come Darko Perovic. Ma per fortuna con lui potevo fare anche storie
molto diverse dal western, cioè le successive: Volto Nascosto e Shanghai
Devil.
Può essere che Magico
Vento ritorna?
No, almeno per diversi
anni, no. Sto scrivendo una nuova serie lunga, ambientata in Africa
subequatoriale alla fine dell'ottocento. E ho finito di scrivere un graphic
novel ambientato a Coney Island negli anni 20, cui stanno lavorando Barbati e
Ramella. Inoltre, almeno una volta all'anno , scrivo una storia per Tex.
Inoltre devo occuparmi dell'altro mio ambito professionale: la letteratura non
disegnata. L'anno prossimo uscirà il mio nuovo romanzo, su una specie di Robin
Hood della fine del 1500. E poi ne ho in programma un altro ancora (una storia
d'amore e di rivoluzione). Insomma: troppo lavoro per poter tornare a MV.
La ringrazio tantissimo
di aver accettato questo intervista. Se Lei è d’accordo, potremmo negli
prossimi giorni fare un’altra intervista su Volto Nascosto. Anche lui è venuto
stampato in Turchia è ha trovato tantissimi apassionati.
Le porgo i miei migliori
saluti
Ümit Kireççi
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